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Gli ultimi quattro libri dell'Odissea sono intrisi di lacrime. Lacrime di disperazione e di gioia incorniciano il più spaventoso massacro che avvenga nell'Iliade e nell'Odissea: tutti i Proci cadono per mano dei vendicatori. La prova a cui Ulisse invita i suoi nemici è l'ultimo e il più perfido degli inganni che ha tessuto nell'Odissea - ma, al tempo stesso, la sua è un'atroce e sanguinosa impresa eroica, che richiama quelle compiute dall'altro Ulisse, l'eroe dell'Iliade. Ma giunto al culmine del trionfo, l'eroe si ritrae, evita il folle orgoglio e la hybris, e salva la vita ad uno soltanto - il poeta, perché la poesia è divina, impartecipe ed innocente, e presto dovrà cantare anche la sua gloria. Atena ferma la notte sopra la coppia mitica: il ricongiungimento di Ulisse e Penelope avviene fuori dal tempo. Ulisse annuncia poi alla moglie l'ultimo viaggio, un viaggio estraneo alle sventure narrate nel libro, che così trova il proprio culmine al di là di sé stesso; e accenna a un epilogo utopico, dal quale discenderanno tutte le utopie della civiltà europea.